Penguin, Panda e Hummingbird: gli algoritmi SEO di Google
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Google è in continuo divenire e i suoi aggiornamenti dell’algoritmo cambiano le carte in tavola costantemente, costringendo ogni professionista e agenzia SEO da Milano a New York a seguire gli incessanti mutamenti di Big G. Quali sono e come ‘ragionano’ i principali aggiornamenti della società di Mountain View.
Algoritmi SEO: Google Penguin “il giustiziere”
Il 24 aprile del 2012, webmaster e SEO specialist scoprirono Google Penguin, l’aggiornamento dell’algoritmo SEO che colpisce le condotte di black hat e che premia i siti web virtuosi. Più specificatamente, il Pinguino si concentra sulla link building e sulle modalità di acquisizione di referral. Oggi l’aggiornamento è integrato definitivamente nell’algoritmo di base di Google ed è giunto alla sua versione 4.0.
Sappiamo come la vede Big G: i link sono attestati di stima e di autorevolezza attraverso cui i robot assegnano valore a una pagina web e la gerarchizzano nei risultati di ricerca. In un mondo perfetto, tutti i link acquisiti da un sito web sarebbero link spontanei, conquistati grazie alla qualità dei propri contenuti o all’efficacia della propria brand reputation. Di certo, però, non viviamo in un mondo ideale; in quello che ci è stato concesso di vivere, bisogna dare una spintarella alle cose. D’altra parte, c’è chi della black hat ci ha fatto una filosofia di vita… o perlomeno lo ha potuto fare fino all’avvento di Google Penguin, il giustiziere.
Dal punto di vista dei contenuti, Penguin colpisce le pagine (le pagine, non interi domini!) che presentano meta-tag e testi interni sovraottimizzati o copiati. Sotto il profilo della link profile, l’aggiornamento individua quelle pagine web posizionate attraverso link in ingresso artefatti o di bassa qualità, link farm, anchor text innaturali e forzate.
Google Panda
Google Panda è stato lanciato nel febbraio del 2011 negli Stati Uniti, giungendo anche nel resto del mondo nel mese successivo. Panda Update ha immediatamente avuto un impatto dirompente sulle SERP di ricerca, facendo sentire da subito il peso del suo passaggio. Così come Penguin, infatti, anche Panda, all’inizio, veniva lanciato periodicamente e solo dal gennaio 2016, nella sua versione 2.3, è stato integrato definitivamente nell’algoritmo.
Panda è la soluzione messa a punto da Big G, sfruttando anche l’intelligenza artificiale (integrata all’azione manuale di operatori in carne e ossa), per valutare la qualità e l’appropriatezza dei contenuti di una pagina. L’aggiornamento giudica in maniera complessiva la user experience e la capacità di un contenuto di rispondere alle esigenze dell’utente.
Panda è in grado di soppesare la qualità di un testo processando le informazioni (completezza, adeguatezza, precisione) in esso contenute. La scansione si sofferma sia sull’aspetto delle informazioni in sé e sia sulla sua forma: Panda, infatti, penalizza quegli elaborati contraddistinti da errori di grammatica, sintassi e morfologia oltre a stabilire l’efficacia comunicativa e informativa del contenuto. Inoltre, il giudizio di Panda include anche la considerazione di aspetti tecnici quali la velocità di caricamento di una pagina o l’eventuale presenza di banner pubblicitari troppo invasivi e che disturbano la fruizione del sito.
Google Hummingbird (o Colibrì): l’algoritmo SEO sulla semantica
A differenza di Penguin e di Panda, che sono aggiornamenti integrati all’algoritmo, Google Hummingbird (o Google Colibrì in italiano) è l’algoritmo stesso, aggiornato e migliorato in molti suoi aspetti, in sostituzione di Caffeine.
Hummingbird si pone come una vera e propria rivoluzione del sistema di ricerca poiché si svincola dall’idea delle parole chiave in favore di una scansione semantica delle ricerche, basate su un sistema capace di comprendere le reali aspettative dell’utente e di fornire risposte diverse in relazione al contesto. Le risposte fornite da Google sono così influenzate dal luogo in cui viene effettuata la ricerca, dall’orario, dai cookies e da una serie di ulteriori parametri.
Il principio che orienta il nuovo corso Google è quello del linguaggio naturale. Le keyword perdono (o perderanno) di importanza, in favore di un approccio più autentico. L’interpretazione semantica delle richieste dell’utente rappresenta il fulcro del nuovo sistema del motore di ricerca, secondo un percorso di crescita e di sofisticazione tecnologica che, sostengono gli esperti, è solo nella sua fase embrionale o poco oltre.
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