Quattro errori fatali per chi deve allestire uno stand nel settore cosmetico
Chi non è mai andato indietro con la mente fino ai ricordi del passato, della propria infanzia, trattandosi di fiere? Quei colori, i suoni, gli odori dispersi nell’aria che ancora oggi riportano ricordi spensierati al solo immaginare una fiera.
Questi eventi sono ancora uno strumento essenziale per il loro valore commerciale e reputazionale, un’occasione per incontrare il pubblico ed innescare un dialogo con quello, soprattutto nel caso in cui il prodotto vada “testato”, provato, sperimentato anche a livello sensoriale. Le fiere rappresentano infatti un’opportunità cruciale per il settore cosmetico, non solo come vetrina per il lancio di nuovi prodotti, ma gli allestimenti fieristici sono una piattaforma strategica per costruire relazioni durature con i consumatori e rafforzare la brand identity. Uno stand ben concepito diventa una leva di marketing, dove ogni dettaglio, dalla disposizione visiva all’interazione con i visitatori, contribuisce a plasmare l’immagine del marchio e a influenzare le percezioni dei consumatori. Le fiere offrono inoltre un’occasione unica per creare un’esperienza immersiva, facendo leva su elementi sensoriali che vanno oltre il prodotto stesso, come fragranze coinvolgenti o texture innovative, che arricchiscono l’esperienza dell’utente e rafforzano il legame emozionale con il brand, in grado anche di raccontare una storia, quella del consumatore e del brand con tutti i suoi prodotti di bellezza, benessere e cura di sé.
Le criticità delle aziende cosmetiche oggi
Il settore cosmetico non è certamente un settore semplice da portare in fiera, specialmente per via dell’elevata competizione tra i marchi che presentano spesso linee di prodotti molto validi e corrispondenti spesso alle aspettative del target. Alla fine le differenze si giocano davvero su pochi elementi differenzianti che fanno preferire un brand piuttosto che un altro.
Ma quali sono le criticità più ostiche che il settore deve affrontare? Indubbiamente una prima riflessione va fatta sulla mancata differenziazione: molti brand, sebbene di qualità, tendono a omologarsi in termini di presentazione e comunicazione visiva, facendo fatica a distinguersi tra una miriade di competitor che offrono prodotti simili. In questi casi, la semplice esposizione dei prodotti non è più sufficiente per attirare l’interesse del pubblico. Un secondo gap significativo riguarda l’utilizzo di strumenti di marketing datati: sono parecchie le aziende che continuano a utilizzare approcci tradizionali e poco dinamici, trascurando l’integrazione di tecnologie interattive o soluzioni digitali avanzate.
Un altro aspetto cruciale che compromette la visibilità delle aziende cosmetiche nelle fiere è l’incapacità di stimolare i sensi del pubblico. Il settore cosmetico è intrinsecamente legato all’estetica, alla bellezza e al benessere, elementi che possono essere magnificamente valorizzati attraverso un’esperienza multisensoriale. Tuttavia, molte aziende non riescono a sfruttare appieno le potenzialità dell’interazione sensoriale: la mancata integrazione di profumi, texture e design visivamente attraenti nello spazio espositivo lascia una lacuna nella connessione emozionale con il visitatore. Anche la componente digitale può essere trascurata, non offrendo ai visitatori l’opportunità di interagire con i prodotti in modo virtuale o di approfondire la conoscenza del marchio attraverso contenuti digitali interattivi.
L’ultimo gap riguarda la gestione dell’interazione diretta con il pubblico durante le fiere. Molti brand si concentrano eccessivamente sull’aspetto estetico dello stand, trascurando l’importanza dell’accoglienza e della gestione del contatto umano. Il personale presente allo stand dovrebbe essere non solo preparato, ma anche capace di trasmettere i valori del brand e di instaurare un dialogo significativo con i potenziali clienti. La difficoltà a creare questo legame personale riduce drasticamente le possibilità di lasciare un impatto duraturo sui visitatori.
Il consumatore evoluto e il contatto con le fiere
A quanto appena letto ed esposto sopra, si aggiunge il comportamento e l’atteggiamento di un consumatore sempre più evoluto, inesauribile nella sua richiesta di esperienze d’acquisto sempre più emozionanti, immersive e sensoriali.
Oggi, i consumatori non desiderano semplicemente acquistare un rossetto o una crema, ma cercano un‘interazione significativa con il brand, un momento che sappia stimolare non solo la vista ma anche il tatto, l’olfatto e persino l’udito. Le fiere rappresentano quindi un’opportunità unica per stabilire questo contatto profondo e multisensoriale. In tale contesto, lo stand fieristico diventa un vero e proprio punto di connessione tra il consumatore e l’identità del brand.
Questa trasformazione nei desideri del consumatore ha reso necessaria una revisione delle strategie di marketing utilizzate dalle aziende cosmetiche con la realizzazione di stand che integrano elementi in grado di stimolare i sensi e creare una connessione emotiva forte e duratura.
A tal riguardo odori, texture, colori e arredi musicali diventano elementi potenzianti il valore del marchio e connettori con il consumatore sempre più evoluto ed esigente, digitale e iperconnesso. La mancanza di interattività, infatti, riduce drasticamente l’engagement, lasciando un vuoto incolmabile nell’esperienza del cliente. Lo stand, quindi, non è più un semplice strumento di esposizione, ma un catalizzatore di esperienze multisensoriali e, in questo contesto, diventa essenziale progettare lo stand come uno spazio dinamico, interattivo, che permetta ai visitatori di toccare con mano i prodotti, di testare la qualità e, soprattutto, di vivere un’esperienza che stimoli i loro sensi in modo diretto e coinvolgente.
Strategie di allestimento e quattro errori da evitare
Ma se siamo arrivati fino a qui, è perché desideriamo suggerirvi cosa non fare per rischiare di annullare totalmente la vostra presenza in fiera per il vostro marchio di cosmetica. E uno degli errori più comuni che purtroppo commettono molte aziende del settore è quello di pensare che “basti uno stand” come base di presentazione dei prodotti. Questo alla fine determina stand “asettici”, piatti e anonimi.
Uno stand dovrebbe essere una rappresentazione visiva e tangibile della filosofia aziendale, capace di catturare immediatamente l’attenzione dei visitatori e differenziarsi dalla concorrenza. Un allestimento curato non è solo esteticamente accattivante, ma comunica la personalità del brand attraverso una coerenza visiva tra i colori, il design e i materiali utilizzati. Investire nella qualità del layout e del design dello stand non è una scelta opzionale, ma una leva strategica obbligatoria, perché in grado di creare un’esperienza memorabile. La fiducia spesso si gioca sin dai primi istanti in cui un marchio entra in contatto con i suoi estimatori.
Il secondo errore riguarda la mancata interazione con i visitatori. Come abbiamo anticipato, il consumatore non intende solo vedere una crema, un make up, ma desidera un’esperienza coinvolgente e interattiva con quelli e con il brand. La possibilità di toccare, annusare o testare i prodotti può creare una connessione emozionale diretta con l’azienda. Le dimostrazioni pratiche o i test di prodotto dal vivo, come make-up sessions o trattamenti di bellezza personalizzati, diventano spazio esperienziale dove i consumatori possono esplorare e sperimentare il valore aggiunto dei loro prodotti.
Il terzo errore comune è proprio quello di ignorare l’importanza dell’esperienza sensoriale, mentre in realtà le fiere sono proprio la sede idonea per coinvolgere il pubblico, utilizzando tutti i sensi per creare una forte connessione con il brand, rendendo l’ambiente un luogo attraente dove diventa più forte una influenza positiva sulla percezione del marchio.
In un settore come quello cosmetico, dove l’olfatto e la vista giocano un ruolo chiave, creare un ambiente sensoriale che esalta il prodotto è fondamentale per distinguersi e lasciare un’impressione duratura.
Il quarto errore è il non avere personale adeguatamente formato e preparato, quando il consumatore si aspetta di essere accolto, coccolato, ascoltato e compreso nelle sue necessità di bellezza e benessere.
Un team poco coinvolto o non adeguatamente preparato, o poco predisposto al contatto con il pubblico, rischia di compromettere l’immagine e la relazione con il brand.
Concludendo
Quando si partecipa ad una fiera è fondamentale che l’azienda cosmetica possa eseguire una pianificazione strategica e puntuale della sua presenza. Per questo l’accesso in fiera del brand non va lasciato al caso, ma attentamente strutturato da una agenzia di organizzazione eventi e allestimenti stand fieristici. Solo in questa maniera sarà possibile evitare gli errori comuni, ma fatali commessi da molte aziende del settore e sfruttare o stand come palcoscenico per massimizzare la visibilità e generare un impatto duraturo. È importante ricordare che le fiere non sono solo un’occasione di vendita, ma un’opportunità per instaurare connessioni emotive e migliore engagement con i consumatori, e dove ogni dettaglio conta: dalla progettazione dello stand all’interazione con il pubblico, e ogni elemento deve riflettere l’essenza del brand, trasmettendo non solo il valore dei prodotti ma anche l’identità di una azienda dal branding multisensoriale che probabilmente è migliore di tante altre ma che non sa come dimostrarlo.