Content marketing per aziende: i 4 falsi miti da sfatare

Se è vero che sono tantissimi i termini mutuati dalla lingua inglese, fino a sovvertire il nostro vocabolario, è pur vero di contro che ormai fanno parte del gergo di “tecnici” e non. Ma tra tanti “inglesismi” forse il content marketing è uno di quei termini che meglio rappresenta un potente e straordinario contenitore tanto complesso quanto stratificato.Con la parola content marketing si intende, di fatto, quel programma di contenuti scritti o multimediali, digitali o fisici, con cui le aziende, affidandosi alle più evolute agenzie pubblicitarie e di marketing, possono promuovere un proprio prodotto o un servizio, o anche il personale brand. Scrivere testi proposti in italiano corretto dal punto di vista grammaticale, dall’appeal accattivante, che toccano le corde dell’animo del consumatore dal punto di vista emozionale, e ottimizzati per rispondere alle metriche SEO di Google, è la chiave giusta per sponsorizzare in modo efficace.
Non solo contenuti scritti, ma anche video tutorial, teaser, caroselli, slide di foto impeccabili dal punto di vista della risoluzione, belle, stimolanti: il mondo del content marketing è variegato, ma è fondamentale sfatare alcuni miti che circolano nel web! Eccone 4 analizzati per voi.

Mito 1: Il content marketing è solo blogging

Ecco uno dei pregiudizi più duri a morire: il content marketing non è solo scrittura! Fare content marketing non significa solamente redigere un blog, seppur scritto divinamente, ma significa anche tutto il lavoro che ci sta dietro, ovvero la capacità di programmare in modo sistematico l’uscita dei testi, accessoriare i contenuti di immagini, video, teaser, podcast e infografiche che fanno atterrare il lettore magari direttamente sul social collegato, come Facebook, Instagram o Tiktok, sull’e-commerce o sul sito di riferimento. Sì, esattamente, è possibile fare content anche con un video, una infografica! Anche podcast e infografiche, per l’appunto, rientrano nel meraviglioso mondo del content marketing per le aziende: in poche parole, tutti i contenuti visivi, multimediali, digitali o fisici, che si possono creare e che vanno a stimolare il cliente in modo polisensoriale, sono utili ed efficaci in visione della vendita del prodotto o del servizio, ma anche per creare appeal su di un valore del marchio.
Ricordiamo: la produzione di contenuti aziendali di qualità va oltre alla scrittura di un blog o di una pagina: si tratta della sostanza di cui si nutre la curiosità del lettore, possibile cliente e consumatore, o il prospect, ed è il veicolo con cui arriva alla sua mente e al suo cuore, ai suoi sensi, sempre mediante la modalità delle emozioni.

Mito 2: I risultati del content marketing sono immediati

Chi vi ha detto che i risultati del content marketing arrivino subito, vi ha mentito! No, ci vuole pazienza, costanza e dedizione: un programma di content marketing ben fatto assicura frutti che si concretizzano nel tempo, grazie a un progressivo e graduale miglioramento della cosiddetta brand reputation. Una strategia efficace di promozione attraverso contenuti di valore e di qualità si pone l’obiettivo di colpire a livello emotivo, cognitivo ed emozionale il cliente, e di permettere al prodotto o al servizio di fare breccia nel suo cuore. Il consumatore si deve fidare nell’azienda, si deve costruire un rapporto di fiducia, perché no anche di confidenza, che si basa su un concetto fondamentale, quello dell’affidabilità.
Basti pensare a celebri marchi alimentari che sono stati in grado di entrare nelle case degli italiani e portati sulle loro tavole. E grazie a un progetto di content marketing aziendale specifico, e alla riscrittura completa del loro contenuti, possibilmente rivisitati in un’ottica anche “più moderna”, e in grado di rendere i prodotti ancora più buoni, più amati, più glamour, possibilmente versatili per qualsiasi tipo di degustazione.
Dalla cucina della mamma a quella dello studente fuori sede, del giovane chef che vuole sperimentare, della coppia appena sposata che non ha tanto tempo per cucinare: una rilettura anche di un vecchio brand riesce a trasformare il più classico dei prodotti in un prodotto trendy nonostante gli anni che passano e le mode che si avvicendano.
Ma, ribadiamo, ci vuole pazienza, costanza, tenacia e determinazione: un programma di content marketing aziendale ben fatto deve sempre essere sorretto dal concetto di affidabilità, di un prodotto che entra nelle case e nel quotidiano con calma, con una proposta affidabile che genera gratitudine anche nel cliente più esigente e diffidente. Dopo tutto “non si entra in confidenza” subito, o no?

Mito 3: Il content marketing è solo per alcuni settori aziendali

Nulla di più errato e confondente! Tutti i settori hanno bisogno di creare appeal attorno ai propri prodotti o servizi. Tutti, a prescindere da quale sia il proprio core business. Perché tutte le aziende devono poter creare relazioni di fiducia con i consumatori.
Non solo i settori che coinvolgono maggiormente dal punto di vista sensoriale, come ad esempio il campo del food & beverage e della ristorazione, traggono frutti concreti da un buon programma di content marketing: che si parli di un cornetto alla crema o di un buon bicchiere di vino, di un radiatore, di un pozzetto per le acque reflue o di una cisterna, tutti i prodotti e ogni servizio possono essere promossi e sponsorizzati attraverso contenuti di valore, accattivanti, seri, veri e di qualità.
Proprio così, perché i contenuti per il web, volti alla vendita e più puramente commerciali, o anche quelli che puntano sulla sfera emozionale, sono per tutti, non sono esclusivi: un testo, come anche una immagine, deve come prima cosa soddisfare la necessità di informare, eludere i dubbi, raccontare il prodotto in modo da farlo conoscere al consumatore. Un contenuto deve essere informativo: una volta che il cliente è  consapevole e responsabilizzato sull’acquisto, sarà ancora più facile conquistarlo da un punto di vista confidenziale. Un rapporto di fiducia tra prodotto e cliente B2C, si basa quindi su tre step fondamentali: la conquista dal punto di vista delle emozioni e della curiosità, che si basa sulle percezioni ed è quella che colpisce in modo quasi ancestrale e primitivo, legandosi ai ricordi e alla memoria, allo stimolo sensoriale e alla corteccia cerebrale che gestisce le emozioni.
In secondo luogo il cliente viene informato sulle caratteristiche, sulle performance, sulle prestazioni, sulle skills del prodotto: solo una volta che sarà del tutto informato, persuaso e convinto, potrà elaborare l’acquisto. Con il tempo, e con un continuo rapporto di affidabilità si consolida, infine, una relazione di sinergia, affidabilità e di confidenza, che sancisce il successo (non immediato) del brand.
Riconoscimenti e riconoscenza che si perpetuano negli anni nonostante le mode e le epoche, e producono quello che chiamiamo TOP BRAND. Questo vale per tutti i settori, da quello farmaceutico a quello dell’edilizia, da quello industriale a quello della moda.

Mito 4: Il content marketing è facile e non richiede strategia

La produzione di un buon programma di content marketing deve essere affidata a professionisti, a un’agenzia specializzata, qualificata e competente, in grado di poter produrre contenuti di valore, del visual al digitale, dalla scrittura per il web alla pubblicità sui cartelloni della vostra città. In conclusione è essenziale per ogni azienda, indipendentemente dal settore, comprendere come il content marketing non sia una soluzione né rapida, né tanto meno univoca, ma che invece richiede competenza, creatività e un impegno costanti per produrre contenuti non solo informativi e coinvolgenti, ma anche autentici e in linea con i valori dell’azienda, così da costruire e mantenere una solida reputazione del marchio a lungo, lunghissimo, termine.

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